La malattia parodontale

Come dice il nome è una patologia del parodonto, intendendo con tale nome l’insieme composto da: osso alveolare, legamento periodontale, cemento radicolare e gengiva.

E’ caratterizzata da infiammazione gengivale, formazione di tasche parodontali, mobilità dentaria e riassorbimento dell’osso alveolare che negli stadi più avanzati può comportare la perdita degli elementi dentari.

La malattia parodontale, una volta chiamata piorrea, è sempre preceduta dalla gengivite marginale che si manifesta con sanguinamento spontaneo e/o al sondaggio, ipertrofia (gonfiore) gengivale, edema, ed assenza di tasca parodontale.

Pertanto prevenire la gengivite significa prevenire in buona misura la malattia parodontale.

La causa della malattia parodontale è però multifattoriale, soprattutto batterica e prevede tre cofattori principali:

  1. ereditarietà
  2. Fattori ambientali
  3. Fattori comportamentali

La distruzione delle strutture di sostegno del dente è il risultato dell’azione dei sistemi di difesa dell’ospite contro l’accumulo della placca batterica soprattutto a carico di particolari microrganismi parodonto patogeni.

Fattori di rischio:

1. Costituzione genetica

Una variante del DNA spesso presente nella popolazione determina una sovrapproduzione del mediatore infiammatorio Interleuchina 1(IL-1) che provoca un eccesso di risposta infiammatoria a livello dell’osso del dente e del tessuto connettivo circostante. Questo causa una iperattivazione degli osteoclasti che inducono un riassorbimento osseo aggressivo che porta nel tempo alla perdita di sostegno del dente.

Il paziente che presenta questa suscettibilità genetica alla malattia parodontale dovrà sottoporsi a controlli più frequenti e seguire una igiene domiciliare molto attenta e specifica al fine di ritardare o evitare la comparsa della malattia. Dovrà inoltre evitare gli altri fattori di rischio come il fumo per esempio.

2. Composizione specifica delle specie batteriche componenti la placca dentale

La prima causa della malattia parodontale è la colonizzazione delle superfici dentali da parte di batteri della cavità orale, ma solo alcune delle oltre 400 specie batteriche sono in grado di causare malattia parodontale grave. Molti di questi appartengono al gruppo dei Gran negativi anaerobi obbligati con pigmentazione nera come Actinobacillus actinomycetemcomitans, il Tannerella forsythensis, il Prevotella intermedia, il Porphyromonas gingivalis, il Treponema denticola ed altri… Oltre a questi vi sono altri batteri meno pericolosi ma con potenziale lesivo in relazione alla loro concentrazione.

Riuscendo ad identificarli si possono mettere in atto misure preventive e terapeutiche mirate.

3. Altri fattori

Fumo: primo fattore di rischio ambientale, causa recessione gengivale e riassorbimento osseo anche in assenza di malattia parodontale.

Tartaro: causando la ritenzione della placca facilita tutti i processi infiammatori che comportano anche la produzione di tossine coinvolte nell’insorgenza della malattia.

Patologie sistemiche e farmaci: il diabete, la sindrome di Down, l’artrite reumatoide, l’infezione da HIV sono malattie che rendono l’individuo più suscettibile alla malattia parodontale. Anche farmaci come gli steroidi, le ciclosporine, i contraccettivi orali, i calcioantagonisti etc… Provocano maggiore suscettibilità.

Malattia Parodontale come fattore di rischio

Essendo la malattia responsabile di una situazione di infiammazione cronica è essa stessa un fattore di rischio per le seguenti patologie:

  • Cardiopatie coronariche
  • Malattie respiratorie
  • Diabete
  • Parto prematuro

Innovazioni nella terapia della malattia parodontale

Oggi disponiamo di test genetici in grado di quantificare la suscettibilità alla malattia del singolo paziente. E’ sufficiente strofinare un piccolo tampone (un cotton fiock) nell’interno della guancia per raccogliere delle cellule che verranno analizzate con test di genetica molecolare.

Inoltre disponiamo anche di test microbiologici che possono quantificare 5 specie di batteri responsabili delle patologie parodontali. In tal modo si possono impostare terapie mirate a colpire con efficacia i batteri responsabili.

Senza entrare in dettagli troppo tecnici possiamo dire che questa metodica definita con il nome di “PCR quantitativa in real time” consente test molto più veloci, sensibili ed affidabili rispetto al passato e viene utilizzata con successo nei nostri studi.

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