È dimostrato che i bambini sono in grado di “rivivere”, nel vero senso fisico del termine, una brutta esperienza trascorsa se qualcuno o qualcosa innesca la scintilla del ricordo.
Domanda: Nostra figlia di nove anni ha una paura folle del dentista, durante una visita è addirittura svenuta. Eliminate, con visite specialistiche, altre cause dello svenimento non resta che la paura del dentista. Cosa si può fare?
Risposta: Innanzitutto è necessario domandarsi perché un bambino abbia tanta paura del dentista. Le cause più frequenti sono legate ad un condizionamento familiare e/o ad una brutta esperienza. E’ ormai dimostrato scientificamente che i bambini sono in grado di “rivivere”, nel vero senso fisico del termine, una brutta esperienza trascorsa se qualcuno o qualcosa innesca la scintilla del ricordo (circuito stellare). Per questo è fondamentale un buon approccio col bambino. Tutti i pedodontisti (dentisti per bambini) hanno tecniche psicologiche, comportamentali e perfino ipnotiche per avvicinarsi al loro mondo, ed instaurare con loro una comunicazione.
Lo svenimento in studio non è un fatto eccezionale: nel mio studio ne sono capitati diversi l’ultimo dei quali alla figlia di un collega e prima della visita, e quindi non c’è da preoccuparsi. L’errore che commettono molti odontoiatri che non sono abituati a lavorare con i bambini è quello di considerarli adulti di serie B per cui certe cose non bisogna dirgliele ma bisogna fargliele, ed ecco allora che si perde la fiducia del piccolo paziente. Mai, e ripeto mai, si deve obbligare un bambino con la forza a togliere o curare un dente. Come i colleghi pediatri potranno confermare ogni bambino è diverso e quindi richiede un approccio personalizzato (è più facile “catalogare” il comportamento dei genitori che accompagnano il bambino).
Se la bambina di nove anni è motivata ed ha compreso la necessità di curarsi, vi sono mille modi per tranquillizzarla, non ultimo il rimedio farmacologico con il protossido d’azoto che si è dimostrato negli anni sicuro e valido. Un concetto di base è anche questo: si ha paura di ciò che non si conosce. Io, per esempio, talvolta faccio assistere i bambini più spaventati alla normale attività operativa di uno studio di odontoiatria infantile. Se la bambina di 9 anni vede un bambino di 5-6 anni che è già motivato e che si fa curare in tutta tranquillità, ne riceverà un rinforzo positivo e comprenderà perché noi gli spiegheremo passo passo tutta la procedura, senza misteri, e senza bugie. Certamente non useremo parole difficili o tecnicismi per esprimerci così come eviteremo parole e frasi ansiogene: per esempio la mia assistente conosce perfettamente che nel mio studio al posto del trapano c’è un pulitore e che al posto della siringa c’è un liquido addormentante, e così via. Un’altra tecnica che io uso moltissimo è lo spiazzamento del bambino terrorizzato: è necessario fare quanto di più insolito lui si aspetterebbe da noi: guardare i denti del babbo o della mamma anziché i suoi, invertire le posizioni mettendo il paziente sullo sgabello e dentista sulla poltrona… insomma tutto ciò che rompa lo schema mentale che lui si è prefigurato in sala d’attesa. In conclusione il consiglio è quello di trovare un buon dentista pediatrico che sappia instaurare una comunicazione con sua figlia; questo talvolta richiede più appuntamenti e molto tempo speso in convincimento, ma è una tappa che non può essere mai saltata, nemmeno quando la sala d’attesa è strapiena, perché ai bambini la logica economica interessa proprio poco (ed hanno ragione loro!!).